Molti libri sono apparsi in Italia sulla storia degli editori degli ultimi decenni. Ma quasi sempre sono stati scritti per dar conto delle motivazioni culturali, dei programmi, dei rap- porti tra editore e autore. Spesso eccellenti testimonianze, anche di grande pregnanza let- teraria. Non sempre, però, chiariscono le cause che, nel giro di pochi anni, hanno por- tato alla scomparsa degli stessi editori, con il loro carisma editoriale e imprenditoriale, al formarsi di grandi agglomerati produttivi, al passaggio dalla libreria al megastore. L’autore, in questo libro dall’andamento quasi narrativo, fa del mercato l’asse centrale delle sue esperienze. Con questa ottica, racconta di librai, venditori, redattori, distributori, editori, tutti legati dalla divorante passione del libro. In un caleidoscopio di speranze e delusioni si assi- sterà poco alla volta alla dilatazione del merca- to, al dominio del marketing, all’organizzazione industriale, alla centralità del sistema distributi- vo, alla preminente ricerca del profitto.
C’è molta simpatia, naturalmente, per lo stile artigianale d’un tempo che caratterizzava il prodotto e il modo di venderlo, senza tuttavia negare, pur con qualche riserva, le ragioni del panorama attuale.
Uno sguardo lievemente malinconico accom- pagna l’uscita di scena di editori che hanno attraversato il vissuto professionale dell’autore: Federico Gentile, Giovanni e Dino Fabbri, Valentino Bompiani, Paolo Boringhieri, anche Edilio Rusconi. E sullo sfondo le crisi di Rizzoli, Mondadori, Giulio Einaudi, le cui soluzioni imporranno nuove realtà. Ma anche la parteci- pazione alla crescita di Adelphi, con l’indimen- ticabile figura del suo fondatore Luciano Foà e il rilancio di una azienda atipica come la Fratelli Alinari di Firenze, acquistata da un geniale outsider come Renato Zevi. Un’epoca di cambiamenti. Ma senza che il libro, pur mas- sificandosi, perda la capacità di dare autentiche emozioni.