Francesca Della Monica parla

di A voce spiegata

dal 30 settembre in libreria
 
francesca
 
 

I segreti della voce 

Un’intervista a Francesca Della Monica sul suo libro

A voce spiegata, Diario di bordo sulle rotte della vocalità, edito da La Casa Usher,

in libreria dal 30 settembre.

Francesca della Monica, cantante, compositrice e filosofa della musica, è una delle più note studiose e insegnanti europee della vocalità.

 

D. A chi si rivolge A voce spiegata?

R. A coloro che trovano nella voce il proprio strumento di lavoro, di poesia, di conoscenza di sé e degli altri. Mi rivolgo agli attori e ai cantanti che vogliono approfondire la conoscenza della voce, prima di abbracciare una specifica tecnica, un’estetica e uno stile. Ai drammaturghi, che devono conoscere il passaggio dalla parola scritta alla parola detta. Agli studiosi della psiche che cercano di coglierne le manifestazioni attraverso la voce

 

D. Si rivolge soltanto agli artisti e a certi studiosi?

R. No certamente, anche a molti altri. A voce spiegata, infatti, è uno strumento utile a tutti coloro che sono interessati a riconoscere e a far riconoscere la propria identità e a dispiegarla nella libertà della voce.

 

D. Qual è il concetto dal quale parte il libro?

R. Nella lettera inviata dal Gulag ai suoi amati figlioletti, Pavel Florenskij, raccomandava loro di agire ed esprimersi in maniera puntuale e corretta poiché: «Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale e della gioia del pensiero». Ecco, direi che A voce spiegata nasce da questo incitamento di Pavel che per me è stato ed è una guida e un maestro. Il frutto di anni ed anni di sperimentazione, di insegnamento e di pratica vocale mi hanno convinto che il tentativo di esprimersi con precisione sia il primo atto di tecnica vocale e il canale per addentrarsi nella stratigrafia complessa della voce.

D. Quali bisogni attribuisci ai destinatari del tuo libro?

R. Cantare, recitare, leggere a voce alta, ma ancora di più, insegnare e dirigere attori e cantanti è un vero e proprio scavo archeologico che rivela e moltiplica i significati della manifestazione vocale. La comprensione di questa complessità talvolta, però, non è simultanea all’agire e può giungere inaspettatamente più tardi ed è’ allora che è importante poter riflettere sui temi e le pratiche che l’hanno fatta sorgere, poter tornare a leggere il proprio diario di bordo, il taccuino su cui si sono appuntati pensieri e argomenti di ciò che scorreva rapidamente attraverso il corpo e la voce.

 

D. Perciò ti rivolgi a coloro che continuano a cercare la propria identità vocale?

R. È proprio così. il libro si rivolge a quanti non hanno fissato i limiti della propria identità vocale, artistica e umana, una volta per tutte e vedono nella esplorazione della voce uno strumento per leggere il proprio divenire. Come ho già detto, rientrano in questa tribù gli attori, i cantanti, i performer, gli insegnanti, gli oratori, i pensatori, i drammaturghi, i danzatori, i genitori, i figli…

 

D. Quanto tempo hai dedicato a questo libro?

R. Il tempo di incubazione del libro è stato assai lungo. La scrittura è stata rapida. È stato come scrivere un libro di fisica nel quale spiegare il frutto di anni di esperimenti e di verifiche di ipotesi.

 

D. Perciò non hai incontrato particolari difficoltà?

R. Non esattamente perché mentre scrivevo, proprio a causa e grazie al processo di scrittura, sorgevano nuove ipotesi e nuove riflessioni che stimolavano nuovi esperimenti pratici. Per cui lo scrivere è divenuto a sua volta un processo dinamico che nutriva le esperienze che voleva raccontare.

 

D. Qual è stato l’esito di questa esperienza?

R. Desideravo che il libro riflettesse il processo in fieri della mia ricerca e testimoniasse l’impossibilità di dare una parola definitiva su di un tema di cui nessuno può e deve dirsi padrone e, al tempo stesso, volevo raccontare la visione, le acquisizioni e i risultati del mio percorso di ricercatrice e sperimentatrice della voce. Mi premeva testimoniare la possibilità di trattare la tecnica vocale come un enigma da risolvere e un mistero da contemplare e per far questo ho cercato un linguaggio meno accademico e più poetico e metaforico. Mi stava a cuore parlare della voce da una prospettiva extra-euclidea di uno spazio curvo dove le forme e le declinazioni del sapere scientifico, filosofico, antropologico e artistico si incontrano e trovano una sintesi.

 

D. A voce spiegata è comunque un punto di arrivo di una fase del tuo percorso di studiosa e insegnante?

R. Scriverlo è stato un punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo, del resto nel cerchio e dunque nella progressività della spirale, i punti più lontani sono anche i più vicini. Vorrei che a questo libro ne seguisse uno sugli esercizi che ai temi trattati si riferiscono, che potesse stimolare e arricchire il dialogo quotidiano che ciascuno di noi dovrebbe avere con la propria voce. Soprattutto, spero che questo mio scritto, possa spingere chi lo legge a trovare il coraggio di esprimere il proprio pensiero sulla voce e attraverso la voce, in forme inaspettate e sconosciute.

 

qui la scheda del libro A voce spiegata

 

 

 

 

 

 

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