In libreria dal 8 settembre 2023
ISBN: 9788898811779 Formato: 170 x 240 Pagine: 232 Prezzo: 28 euro |
Oggi, del teatroUomini di scena, uomini di libro Ferdinando Taviani |
Pubblicato la prima volta nel 1995 e in una edizione ampliata nel 2010, ha contribuito efficacemente attraverso il racconto delle vicende del teatro italiano del Novecento a mostrare la ricchezza delle relazioni tra letteratura drammatica e teatro. Avvalendosi della ricorrente anomalia italiana dove, diversamente dalle culture teatrali europee, la via di palcoscenico e la composizione letteraria sono molto ravvicinate, assistiamo alle diverse scene del matrimonio del libro e della scena, all’erodersi dei recinti tra pagine scritte e teatro e ai mobili intrecci tra artigianato scenico e artigianato letterario. La vitalità di questo libro continua a emergere in primo luogo da una proposta di studio divenuta esemplare per aver rifondato il canone novecentesco del teatro italiano: Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Edoardo De Filippo, Dario Fo. L’importanza del testo emerge anche da una riflessione più ampia sondata nella seconda parte del volume, La scena della coscienza, dove Taviani individua nelle strategie letterarie, negli sguardi lungimiranti di alcuni scrittori (Pier Paolo Pasolini, Cesare Garboli, Giovanni Macchia e Achille Campanile) una coscienza analoga a coloro che il teatro lo fanno: contrastare «la tendenza dell’azione teatrale a trasformarsi in opera (letteraria, spettacolare, ideologica), a trasformarsi in qualcosa che possa essere contemplato e basta». Nel suo insieme, dunque, tutto il libro vuole rovesciare una delle più consolidate convenzioni: il valore del teatro e le sue tracce nella storia non risiedono nei tentativi di opporsi alla sua natura effimera – il teatro è fatto ovviamente per sparire – ma nel rifiuto di sedimentarsi solo in ciò che resta. Ferdinando Taviani (1942-2020), storico e saggista, è stato un protagonista degli studi teatrali e di molte battaglie sostenute a fianco dei teatri indipendenti. Allievo di Giovanni Macchia, nel 1970 vede per la prima volta l’Odin Teatret di cui diventa consigliere letterario. È stato uno dei fondatori della rivista «Teatro e storia», professore prima presso l’Università di Lecce poi presso quella dell’Aquila. La sua ricca e vasta bibliografia è stata recentemente raccolta da Raffaella Di Tizio e pubblicata in https://culturateatrale.scienzeumane.univaq.it.. |