Difendiamo il cavallo azzurro

simbolo della liberazione

 
marcocavallo copia
Marco Cavallo al Castello Pasquini di Castiglioncello
foto Massimo Agus
 
Lo sfratto a Marco Cavallo deciso dal sindaco leghista di Muggia è un attacco alla cultura dei diritti civili scaturita anche dall’impegno di Franco Basaglia e di psichiatria democratica. Un appello di Massimo Marino e la protesta di Peppe Dell’Acqua.

 

Il cavallo azzurro simbolo della liberazione dalla reclusione psichiatrica è stato sfrattato dal deposito di Muggia (Ts), dove è custodito quando non è in tournée in una delle tante manifestazioni contro lo stigma della malattia mentale.

Di Marco Cavallo parlo nel libro Il poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia, pubblicato da La Casa Usher. Giuliano Scabia lo creò insieme allo scultore Vittorio Basaglia, a altri artisti, operatori e a molti pazienti dell’Ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Correva il 1973 e il pupazzo gigante, simbolo della liberazione dal manicomio carico delle immaginazioni dei “matti”, che lo avevano sognato e avevano aiutato a costruirlo nel Laboratorio P, fu portato in città sfondando varie porte del luogo di reclusione.

Annunciò così la riforma propiziata dal lavoro di Franco Basaglia, che sarebbe arrivata con la legge 180 del 1978.

Adesso, dopo un’estate passata a Castiglioncello (Li), per la prima mostra complessiva dedicata a Scabia, mentre era a Brescia a un incontro sulla psichiatria, abbiamo appreso che il sindaco leghista di Muggia lo considera un ingombro dei magazzini comunali, di cui sbarazzarsi.

 

Evidentemente si tratta di un attacco a tutta una cultura, quella scaturita dall’impegno di Franco Basaglia e della psichiatria democratica, quella che ha smantellato quei luoghi di tortura che erano i manicomi, che ha aperto i dipartimenti di salute mentale al territorio, che ha trasformato la cura in ascolto e invenzione di soluzioni inedite.

Lo sfratto di Marco Cavallo ha subito suscitato una reazione generosa: vari comuni si sono offerti di ospitarlo, da Castiglioncello a Bologna; varie associazioni hanno mostrato interesse ad averlo. Tra l’altro quella di Muggia è solo una delle numerose copie che sono presenti in Italia, a testimoniare una stagione eroica della psichiatria e di una creatività artistica legata alla partecipazione e al desiderio di intervenire sulla realtà. Un nuovo Marco Cavallo è stato presentato a Pavia a fine settembre, fatto di bottigliette di plastica recuperate dalle sponde del Ticino.

Ma Trieste non può stare senza un suo simbolo forte.

Il gruppo consigliare dell’associazione “Adesso Trieste” ha rivolto un’interpellanza al sindaco del capoluogo giuliano, chiedendo “una soluzione per la custodia del manufatto artistico di Marco Cavallo in spazi nella disponibilità del Comune”, considerato che il gigante azzurro è «un patrimonio materiale e immateriale fondamentale nella rappresentazione, a livello internazionale, del processo di deistituzionalizzazione innescato dall’équipe di Franco Basaglia». E che proprio a Trieste è nato e che il nome della città porta in Italia e nel mondo.

Scrive il dottor Peppe Dell’Acqua, collaboratore storico di Basaglia: «[…] noi, che siamo dalla parte di Marco Cavallo, sappiamo che il cavallo azzurro, che in tanti viaggi ci ha accompagnato, troverà nuova ospitalità. Questo paese non può permettere che si perdano le straordinarie conquiste che hanno restituito parola, visibilità e diritto ai matti. Riportando l’esistenza delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale alla banale quotidianità, che appartiene a tutti noi. Cos’altro deve ancora accadere per rendersi conto da che parte stare?».

E noi siamo d’accordo con lui.

 

Massimo Marino

 

 

Qui la scheda de Il Poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia  il libro di Massimo Marino uscito il 30 settembre 2022

 

 

 

 

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